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al testo di Teresa Anna Biccai
Il timbro dei cipressi
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Riposa tenerezza Deponi la speranza dei bambini Rinnegami obiezione fin quando pregherò Chiudendo gli occhi sveglia. La lama fra i pensieri chiede sangue Le vene accompagnate senza me Non trovano più il fiato Impulsi controvento Marciscono anche i prati piantando l’illusione Di stringermi compresa oltre l’azzurro E il gelo impersonato Confronta l’altro inverno Il tempo che a spogliare scorre assolto Mai vorrei abitare la farsa delle danze. La morte dei valori in lamentela Guardando invano il sole Altrove, in disimpegno Per non scaldarmi ancora E voi, burattinai, salvatemi nei fili L’assolo di una voce, devota al carnevale Per darmi la follia, la tregua garantita Rimedio di pietà mai riflessione. A voi burattinai, io mostro le mie spalle Che all’alba sanno il peso Vuotandomi l’impronta e l’urlo che ho venduto. Violatemi nel gesto la resa dell’orgoglio Le viscere di fianco piangeranno Offrendovi di me, il miele scomparso. Stimatori di chi. Funamboli invasori nei polmoni L’amore che vi offende dà cancrena Ragioni per morire e tarme ai polsi Esilia la certezza, scompone la memoria E nasce canto Allontanando il timbro dei cipressi Di ieri e di domani Perennemente immobili e scontenti
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Maria Musik
- 07/06/2011 20:23:00
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Poesia assai complessa. Merita diverse riletture, eppure, rimane sempre il dubbio, la comprensione incerta. Mi sono, anche, chiesta se questultima fosse voluta per dare forza agli squarci di dura verità. Mi hanno colpita "l’assolo di una voce" ed "il timbro dei cipressi", come lambiguita della parola timbro: musica e marchio. E una delle rare occasioni in cui, anche nel non comprendere appieno il contenuto/messaggio, rimango assorta nel silenzio di un profondo ascolto.
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